Salvatore Vacanti (a cura di) – Il Piccolo Trattato di Tecnica Pittorica di Giorgio De Chirico

de-chiricoPubblicato nel 1928, grazie all’intraprendenza editoriale di Giovanni Scheiwiller, il Piccolo Trattato di Tecnica Pittorica è il primo libro di Giorgio de Chirico e insieme l’apice della sua riflessione sulla questine della tecnica, iniziata sulla rivista “Valori Plastici” con il saggio Il ritorno al mestiere nel 1919. Nella storia dell’arte i trattati di tecnica pittorica hanno una lunga tradizione, dai testi medievali, come quello noto di Cennino Cennini, alla manualistica per dilettanti che si diffuse tra Otto e Novecento. Questo antico sapere tornò ad essere oggetto di riflessione nel clima di ricostruzione dei valori dell’arte che caratterizzò l’orizzonte culturale del Ritorno all’ordine, rifluendo nei testi di artisti e critici e generando un fenomeno di recupero di tecniche del passato, riscontrabile nella produzione artistica degli anni Venti e Trenta. Il testo di de Chirico è dunque una delle principali fonti per la storia delle tecniche artistiche nel Novecento, concepito come un ricettario medievale in cui l’autore illustra con tono colloquiale i procedimenti esecutivi e i materiali che ha usato , e testimonia quel confronto con la “tradizione” nella quale elegge come tecnica per eccellenza la cosiddetta tempera grassa. Questo studio si prefigge perciò il compito di entrare nell’officina del pittorie attraverso la ricognizione di aspetti finora non pienamente esaminati,m offrendo per la prima volta al lettore un’edizione critica del testo che lo guidi nella comprensione delle questioni storiche, teoriche e pratiche in cui de Chirico si addentra. L’analisi è condotta su molteplici versanti: fondendo il contesto culturale e critico, già evidenziato negli studi precedenti, all’articolata letteratura tecnica dell’epoca, si chiarisce il processo generativo del testo, mentre rintracciando le fonti a cui de Chirico attinse, identificando i materiali citati e ricostruendo i procedimenti descritti, si ricompone quel variegato panorama di conoscenze che l’artista concepiva invece in modo unitario.

L’autore: Salvatore Vacanti, storico dell’arte, è dottore di ricerca presso l’Università degli Studi della Tuscia. Nel settore dei Beni Culturali ha collaborato con diversi enti pubblici e privati, tra cui principalmente: Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Assessorato dei Beni Culturali della Regione Siciliana, Università degli Studi della Tuscia, Fondazoine Giorgio e Isa de Chirico, Fondazione Crocevia. Le sue ricerche sono prevalentemente rivolte alla storia dell’arte del Novecento, con particolare riferimento all’indagine sulle tecniche artistiche e sulla conservazione delle opere.

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