San Rabano e la Fattoria Granducale
Questo libro non è solo la storia di un restauro. Nasce infatti non solo dai ripetuti interventi sul campo, ma dall’attenta e accurata documentazione che li ha preceduti e che ha incluso non solo ciò che era stato scritto in precedenza sull’argomento, ma anche i documenti di archivio rintracciabili. Comincia così a delinearsi una storia del tutto nuova e avvincente di questo complesso, il cui primissimo impianto sembra esser stato la torre di avvistamento a pianta circolare alla quale fu poi annesso un castello dagli Aldobrandeschi, signori di queste terre. È probabile che il complesso sia stato poi donato al Vescovado di Roselle, fondato dalla stessa famiglia, perché fosse trasformato in convento. In seguito è verosimile vi abbiano soggiornato almeno per un breve periodo i Cavalieri templari, ai quali erano legati sia gli Aldobrandeschi che il Papa, seguiti dai Cavalieri ospitalieri, divenuti poi Cavalieri di Malta. Alle vicende storiche fanno da puntuale contrappunto quelle costruttive: si passa così dalla tipologia edilizia del primo insediamento, tipicamente alto-medioevale, alla ricercatezza degli elementi architettonici del convento benedettino e della tipologia costruttiva adottata dai Cavalieri. Ed è a questi ultimi che l’autrice fa risalire il monastero fortificato, smentendo con ciò la sua tradizionale attribuzione alla famiglia degli Abati che al contrario, banditi e malfattori quali erano, contribuirono alla spoliazione dei tesori benedettini del monastero.